I luoghi dei mutamenti
residenza fotografica
15/25 luglio 2022 | Gerace

Con Massimo Mastrorillo a Gerace del 15 al 25 luglio i fotografi: Andrea Agostini, Vittoria Caposicco, Emanuele Gaudioso, Enrico Perassi, Daniela Petrone e Alessandro Sillavi.

Massimo Mastrorillo

Nato a Torino, lavora da sempre a progetti a lungo termine concentrandosi sulle profonde conseguenze di confitti e disastri naturali sulla societa.

Ha ricevuto diversi premi, tra cui il World Press Photo, il Picture of the Year International (Magazine Photographer of the Year, terzo premio), il Best of Photojournalism (Magazine Photographer of the Year, terzo premio), il PDN Photo Annual, il Fnac Attenzione Talento Fotografco, l’International Photography Award, l’International Photographer of the Year al 5° Lucie Awards e il Sony World Photography Awards.

Da anni e impegnato nella didattica con esperienza pluriennale presso la Scuola Romana di Fotografa, la Leica Akademie, la REA e la D.O.O.R. Akademy.


andrea agostini

Agostini parte dal reportage fotografico per arrivare a raccontare l’anima dei luoghi. Un’anima che trova nella sospensione della ricerca nello spazio per concentrarsi sulla ricerca delle ragioni del tempo. Da qui l’attenzione verso l’astrazione della vita nei racconti e nel reiterarsi di viti e di azioni quotidiane che prendono forma nei dittici, dove astrazione e racconto si fondono in un’unità simbolica.

La prima macchina fotografica mi è stata regalata quando avevo già venticinque anni. Fino ad allora la mia passione per la fotografa si era nutrita solo di cataloghi e biografe di grandi fotograf, senza mai tradursi in azione. Ancora oggi mi chiedo il perché.

Vittoria caposicco

Fotografa nata e cresciuta al Sud, ha da sempre un interesse particolare verso il rapporto tra l’uomo e la natura. “L’antropologia è una disciplina che studia l’essere umano dal punto di vista morfologico, come soggetto membro di una comunità. Attraverso questa indagine, arricchita dal processo etnologico, si può tracciare un’idea di come la genetica, i corpi, i comportamenti, possono cambiare in reazione a dove si nasce”. La sua fotografa, oltre ad essere curata nei minimi dettagli, diventando quasi un’opera d’arte pittorica e concettuale, vuole indagare nei meandri dell’antropologia al fine di ritrovare le ragioni interiori che spingono l’Uomo ad agire esteriormente.

Emanuele gaudioso

“Andare oltre l'oggetto, oltre l'evidenza collocando il significato negli spazi visivi di un supporto innovativo e stratificato. Cercare una nuova visione vuol dire anche spingersi oltre ed inspessire la lettura fotografica donandole una nuova profondità.”

Emanuele Gaudioso si muove tra il mondo del reportage fotografico e il superamento del dato oggettivo nella ricerca di quello assoluto. Perché l’arte non serve che a sé stessa anche quando rappresenta l’ordinario.

Il suo lavoro si muove su diversi temi che caratterizzano le comunità umane e su come stanno costruendo la nuova ecologia, che ha deciso di esplorare con la pratica fotografica.


enrico perassi

Architetto e appassionato di fotografa in cui spazi e luoghi si compenetrano fno a individuare un sola ragione dell’esistenza, si muove da oltre 30 anni tra l’analogico e il digitale, intervenendo anche sulla nascita dell’immagine all’interno della camera oscura. Per Perassi “Tutto è relazione. L’essenza di un luogo è nella relazione tra il territorio, topografico e geologico, l’architettura, in forma urbana o di singolo elemento, e la natura. Affinché sia la realtà a manifestarsi anziché indagarla, occorre abbandonare la prospettiva di un punto sulla linea temporale della storia. Tutto, contemporaneamente e al di fuori delle prospettive temporali, potrebbe apparire vivo in un presente atemporale”

daniela petrone

Artista visuale che continuamente fluttua tra diverse e complesse modalità espressive, Daniela Petrone racconta le immagini attraverso la manipolazione di esse. L’immagine iniziale allora si perde nella mutazione diventando altro da sé. La fotografa si fonde con la scultura e la pittura, con la land art e con il testo musicale per creare un’azione artistica totale, dove il non visibile si palesa.

Un linguaggio fotografico narrativo dove si cerca di esaltare il particolare all’interno di ciò che si sta osservando: un racconto di qualcosa di non visibile ma percepibile agli occhi.


alessandro sillavi

La ricerca fotografica di Sillavi si muove tra la percezione dei luoghi e il sentire di essi: attraverso le tracce antropiche, tramite gli sguardi degli incontri fortuiti. Il senso è quello di una eterna attesa dell’evento... non interessa la probabilità che esso succeda. La fotografa è fatta di luce, ed è la stessa luce che imponendosi in maniera maldestra ed eccessiva riporta tutto ad un momento fissato in eterno, dove non sono più i momenti a rincorrersi ma la traccia di essi. Ho un approccio “lento” nei confronti dei luoghi, prediligendo lavori in cui la parte progettuale è quella più consistente, mentre quella della realizzazione è demandata alla semplice pressione di un bottone.